
Il Conte Luigi Pianciani nacque a Roma nel 1810 da famiglia patrizia di origine spoletina legata alla curia romana.
Giovane reagì alla tradizione conservatrice dell'ambiente domestico e simpatizzò presto per la Giovine Italia di Mazzini. Laureatosi in giurisprudenza, entrò nell'amministrazione pubblica a Roma diventando ispettore generale delle dogane.
Il 30 dicembre 1842 sposò Amalia dei principi Ruspoli e venne così ascritto al patriziato romano. Il fratello era il conte Adolfo Pianciani, che fu generale delle "Armi Pontificie". Nel 1847 venne eletto gonfaloniere di Spoleto e promosse la prima petizione a Pio IX volta ad ottenere l'introduzione della costituzione liberale. Nel 1848 fu ufficiale delle miliziecombattenti nel Veneto e prese parte alla difesa di Venezia.
Nel 1849 combattè in difesa della Repubblica Romana. Il Governo repubblicano, per difendere Roma assediata dai Francesi ed impedire il congiungimento con gli Austriaci in marcia verso Roma, inviò al Furio il colonnello Luigi Pianciani, che lo fortificò sbarrandolo e impegnandovi 700 uomini che tennero il passo dal 24 maggio 1849 al 12 giugno 1849. Il 6 giugno 1849 il colonnello Pianciani fu richiamato a Roma e lasciò il comando il colonnello Forbes, che ritenne di evitare lo scontro e il 12 giugno abbandonò il Furio. Fu arrestato dai francesi, incarcerato a Civitavecchia e condannato all'esilio. Fu esule in Francia e a Londra dove collaborò alle iniziative Mazziniane. Partecipò alla spedizione dei 1000 del 1860 come ufficiale Garibaldino.
Nella terza guerra d'indipendenza del 1886, come soldato semplice del corpo delle guide a cavallo, inquanto la commissione militare gli rifiutò il grado di colonnello, fu aggregato al comando della 1a brigata del Corpo dei Volontari Italiani del generale Ernesto Haug e nella battaglia di Bezzecca, il 21 luglio, si comportò valorosamente, tanto da essere citato nelle memorie di Giuliano Venturini di Magasa, e da essere insignito dalla croce di cavaliere dell'ordine militare di Savoia "per avere durante la campagna eseguito importanti missioni con molta inteliggenza e per essersi esposto tutta la giornata di Bezzecca nei punti più pericolosi percorrendo la linea a piedi e a cavallo portando ordini ai comandanti.
Diede egli stesso disposizioni momentanee con molta inteliggenza e sangue freddo, contribuì ad assicurare la ritirata di tre pezzi riordinando i soldati sulla piattaforma e fù tra i puù animosi a ricondurli al combattimento".
Fu eletto deputato italiano nel 1865, nel 1871 primo sindaco di Roma liberata dopo la breccia di Porta Pia e vicepresidente del Consiglio Provinciale dell'Umbria.
Fondò a Spoleto la Società di Mutuo Soccorso che tutt'oggi porta il suo nome e la Società di cremazione dei cavalieri. Morì a Spoleto nel 1895 e il suo corpo, come da espressa volontà testamentaria, fù cremato.
L'Associazione di Cremazione spoletina dal 1903 porta il suo nome e oggi conta oltre 340 iscritti, provenienti da diversi comuni Umbri.
Ufficio presidenza
Presidente
Lando Loretoni
Consiglieri
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Dario Tomellini
Daniela Pucciatti
Roberto Testa